tradimenti
Io, moglie, davanti a lui con un altro
di StraneEmozioni
28.11.2024 |
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"“Quello che voglio io, amore mio, è essere sbattuta mentre mi guardi e mi lecchi”, gli risposi carezzandogli amorevolmente il viso, mentre continuavo a..."
Racconto a quattro mani scritto con la lei di coppia (Anna) dopo l’incontro del 24/11/2024. Il racconto è dal punto di vista di Anna, non mio.“Abbiamo voglia di farci fare il culo da te”, esordii inviando a G il messaggio, dopo che mio marito, Gianluca, da giorni si era lanciato sempre di più in giochi anali. Esaurite le mie risorse per un pegging sempre più eccitante, gli feci la proposta: “Perché non andiamo da G e ci facciamo una bella scopata a tre?”.
“E la sua compagna?”, mi rispose Gianluca.
“Lei non sa nulla, e non vivono insieme.”
G. Mi diede una finestra temporale precisa: il sabato pomeriggio, tra le 14 e le 18. Quattro ore più che sufficienti: avremmo dovuto fingere di essere in zona per caso, citofonare, salire per un caffè. Lei, la sua compagna, avrebbe lasciato l’appartamento intorno alle 14:30 per degli impegni familiari fino a cena, impegni che l’avrebbero messa fuori gioco senza rischi. La nostra presenza in casa in sua presenza serviva a disinnescare qualsiasi sospetto.
E così organizzammo. Noi siamo fuori dai giri, dalle chat, dalle piattaforme. Il nostro lavoro, la nostra vita, siamo molto esposti, non ce lo consente.
“Cosa vuoi da G?”, chiesi a Gianluca segandolo nel letto.
“Quello che vuoi tu, quello che ti fa godere”, fu la sua risposta passiva, da passivo, da cornuto.
Io e G scopiamo dal 2014. Poi ho conosciuto mio marito e l’ho convinto a scopare in tre. Poi è arrivata nostra figlia e abbiamo sospeso. Poi Gianluca ha scoperto la sua bisessualità e ci ho messo un po’ a farlo esprimere: prima le dita nel culo, poi il plug mentre andavamo al ristorante, poi il dildo sempre più grande e sempre più reale. Infine la sua voglia dichiarata di succhiare un cazzo mentre lo guardo, di condividerlo. Ma in sicurezza: la soluzione era il mio amico, G.
Mentre prendeva atto della sua bisessualità, contestualmente è cresciuta in me la voglia di essere presa davanti a lui, di umiliarlo, di renderlo cuck. Questo mio desiderio ha fatto presa in lui che non voleva altro che essere sottomesso, liberandosi definitivamente dello stereotipo del “maschio alfa”.
“Il maschio alfa è un coglione”, dice sempre G. “Quello che mi piace è il maschio a 360 gradi, che vive tutte le esperienze”.
“Quello che voglio io, amore mio, è essere sbattuta mentre mi guardi e mi lecchi”, gli risposi carezzandogli amorevolmente il viso, mentre continuavo a segarlo, notando come le sue pupille si stessero dilatando per il rilascio delle endorfine dovuto all’eccitazione dell’idea, finalmente, di vedermi succhiare un cazzo diverso dal suo, di vedermi impalata, devastata dal sesso con un estraneo alla coppia.
“Frocetto, sei eccitato, vero?”
“Si, godo”
“Apri le gambe, fammi sentire se ti si è bagnato il buchino”
Come mi aspettavo il culo era umido. Gli infilai due dita in bocca per avere la sua saliva e senza troppi preamboli gliele infilai su per il culo, roteando per agevolare l’ingresso. Contemporaneamente, ruotai il mio corpo e gli misi la fica in faccia, costringendolo a leccare. Il suo cazzo in bocca pulsava di passione ed ero certa che nella mente di mio marito, come nella mia, si prefigurasse già il sabato pomeriggio, l’indomani.
Lei, la compagna di G, fu sorpresa ma accogliente: “Mi dispiace, se avessi saputo, purtroppo fra poco dovrò uscire, debbo occuparmi dei miei genitori”.
Fingemmo di andar via subito, ma lei ci pregò di restare, “G nn ha impegni, restate, intanto prendiamo un caffè insieme”.
Se sei libertina come lo siamo io e G, non puoi frenarti di fronte a nulla pur di trasgredire e godere. Gianluca sa che se non assecondasse la mia sessualità irrequieta, lo tradirei senza chiamare quel sesso tradimento, con la coscienza pulita. Questo fece di me e G due amanti senza scrupoli sessuali, ma onesti negli impegni sentimentali, verso i figli di lui, verso gli amici.
Lei, la compagna, uscì baciandoci e non mi venne di pensare “povera donna”, ma piuttosto “cosa ti perdi”. Si, perché le avrei dato volentieri una bella leccata di fica, e so attraverso G quanto sia porca a letto, ma purtroppo anche quanto sia conservatrice e bigotta fuori dalla coppia.
Dalla finestra del terzo piano la vedemmo uscire dal condominio. Mi inginocchiai davanti a G e in fretta e furia gli abbassai i pantaloni, guardando dritto in faccia Gianluca. Mi infilai il cazzo di G cominciando a lapparlo con voluttà esagerata, sbavandolo, strozzandomici, sempre guardando il mio cornuto che intanto aveva cominciato a segarsi.
Per l’occasione, lo vedete dalle foto, indossai delle autoreggenti tendenti al grigio e niente mutandine. G prese a scoparmi la faccia, quando parte non si ferma facilmente. Senza chiedermi il permesso chiamò a se mio marito, lo fece inginocchiare accanto a me e cominciò a sbatterci il cazzo in faccia ad entrambi, sottomessi al suo volere.
So cosa piace a G cosa piace a me: per questo lasciato il cazzo di G a mio marito che se lo succhiava con passione, mi portai dietro al nostro ospite per leccargli il culo, con devozione, rispetto, sottomissione. Io e mio marito, uniti a godere della nostra degradazione a servi sessuali, inginocchiati davanti al nostro oggetto del desiderio, ad elemosinare un orgasmo dando in cambio tutta la nostra dignità: e questo degrado nell’unione, nella condivisione, edere mio marito che si pone sempre come uomo serio e impeccabile succhiare il cazzo di G, accettare che io, la madre di sua figlia, stia leccando il culo di un altro, è il mio kink. G mi fa sentire troia, la più troia. Mi da quel livello di degrado controllato che mi libera dall’essere una brava madre, brava moglie e brava figlia dei miei genitori. Mi regala l’opportunità di rivalsa verso Gianluca, che sarà per sempre mio dopo che l’avrò aiutato a prendere nel culo il cazzo di G.
“Abbiamo una sorpresa”, dissi.
Invitai Gianluca a denudarsi e inginocchiati sul lettone, mostrammo a G i nostri plug infilati dietro.
“Che troiette che siete”, annotò il nostro ospite.
G si piegò verso di me, mi girò a pancia in su e cominciò a leccarmi la fica completamente depilata e succosa di voglia.
Gianluca mi teneva per le caviglie e si guastava la scena, mentre io tenevo la vagina spalancata con entrambe le mani. Il plug nel culo aumentava il mio godimento e trovandomi il cazzo di mio marito a portata di bocca me lo infilai dentro. Gianluca è passivo, ma ha un gran cazzo, grosso e largo.
“Bravo Gianluca, riempile la bocca”, diceva G mentre mi sfilava il plug e lo assaporava, il porco, prima di cominciare a leccare il mio culo che ha sempre adorato.
“Ma perché non resta quella scema della tua compagna, ora avrebbe potuto mettermi il culo in faccia”, lo incitati.
“Non sa cosa si perde nel fare queste porcate”, aggiunse mio marito.
Mi accorsi delle due dita nel culo che g mi stava infilando, e sapevo quale sarebbe stata la mossa successiva.
“Preparati amore”, dissi a mio marito, “fra poco dovrò prenderlo nel culo”.
Il dirty talking ha molta presa su mio marito, che tirato fuori il cazzo dalla mia bocca prese a menarselo eccitato.
“Vieni Gianluca, scopati un po’ la fica della tua signora”, disse G prendendolo per il cazzo e segandolo un pochino, tanto da togliersi lo sfizio di sentire il palo di mio marito tra le mani.
Appena Gianluca fu dentro di me, g prese a giocare con il plug che mio marito aveva ancora nel culo. La mia fica ormai ha imparato ad accogliere le dimensioni di Gianluca, ma il mio godimento era sapere che G gli stava torturando l’ano dietro con un dentro-fuori del plug.
“Dai Gianluca, riempile la fica che poi facciamo un giochino”, fu l’idea di g.
Messa su un fianco, finalmente potetti accogliere dentro il mio ano il cazzo di G che mio marito aveva preparato con devozione, ungendolo di saliva fin troppo a lungo. Mi ritrovai così impalata dal nostro ospite che non trascurava di umiliarmi costringendomi, con la testa girata all’indietro, ad ingoiare la saliva che lasciava entrare nella mia bocca, mentre mio marito leccava la mia fica e beveva la sua stessa sborra che vi aveva versato poco prima.
Questo è G, statene alla larga, perché mortifica i vostri uomini, è un demonio. Io, rapita, umiliata, devastata da tanto degrado, mi liberai in un fiotto di squirt che Gianluca parava con una mano, mentre G usciva dal mio culo senza venire, perché aveva un compito da portare a termine.
Gianluca mi inginocchiò per commentare lo spettacolo del mio ano aperto, tastando con le dita l’apertura e calandosi fino in fondo nell’apprezzamento di avermi ceduta, di avermi fatta scendere in basso, ma salire in alto nell’estasi del piacere. Ma si inginocchiò arcuando la schiena, un messaggio eloquente. Lo bacia e mi alzai, collocandomi accanto alle sue natiche presi in bocca il cazzo di g ch sapeva del mio culo e tenendo ne aperte le natiche di mio marito, il padre di mia figlia, vidi il cazzo di G entrare in quel culo passivo. La mia testa tenuta premuta sul fondoschiena di mio marito, costretta a guardare da vicino, ad annusare, mentre lui, Gianluca, emetteva i suoi vocalizzi di godimento, chiedeva di dargliene di più, di sentirsi pieno. Io, una mano fra le mie cosce ed una a segarlo, godetti, godetti tanto. G ci ha coordinati bene, quando lui estrasse il cazzo lasciando la sborra nelle viscere della mia dolce metà, io avevo squartato nuovamente e la sborra di mio marito aveva macchiato il coprimaterasso sotto di lui.
Il nostro demonio si infilò in una doccia, noi nell’altra. Ripulimmo con attenzione, nereggiammo. Proposi, usando un vecchio trucco, di uscire sul balcone per prendere aria e poi rientrare per sentire gli odori. Aereggiammo ancora ed noi portammo via il copri materasso per buttarlo nel primo secchione per strada, sostituito da uno nuovo identico di pacca, impossibile accorgersi di nulla.
Io e Gianluca per mano, guardando le vetrine a Cola di Renzo, guardiamo una vetrina di intimo: “A g piace la lingerie bianca, calze bianche. Lui dice che bianca è meglio, perché alla fine della scopata si vede lo sporco del sesso”.
“E’ un demonio”, sostiene Gianluca.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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